martedì 7 settembre 2010

D(M)D - Denaro (Merce) Denaro, e poi vedremo? - un'invettiva estemporanea

Image: FreeDigitalPhotos.net
Basta. Se un tizio mi fermasse per strada e mi chiedesse se mi va di comprare la sua banconota da 5 euro al prezzo di altri 5 euro lo guarderei come se fosse un pazzo babbeo importuno e passerei lasciandolo con uno sguardo di commiserazione.
Se mi chiedesse sei euro in cambio di cinque, lo crederei meno scemo, ma più deprecabilmente imbroglione.
Se mi chiedesse di dargliene 4, però, al di là del dubbio che ci sia sotto un imbroglio, o che il tizio sia impazzito, immagino che un pensierino ce lo farei.
Perché?
Il solo fatto che io prenda in considerazione di scontare a 4 euro una banconota da 5, acquistando un valore ingiustificabilmente elevato di 1 euro (in questo caso una percentuale folle del 20%), accettando che un altro mi "regali" quel 20% per ragioni che a me non sono comprensibili, mi fa già capire con un piccolo ragionamento che appare meno assurda la sua richiesta di fare il contrario, di comprare la sua banconota pagandola sei euro. Io posso averlo preso per pazzo, magari l'ho anche insultato, ma il fatto è che se io sono disposto a credere che qualcuno mi compri quattro euro al prezzo di cinque, allora anche lui può provare a vedere se qualcuno è disposto a comprare i suoi cinque al prezzo di sei.
Image: FreeDigitalPhotos.net
Non fa una piega. Se per lui può essere desiderabile ottenere di aumentare del 20% il valore del suo denaro, può darsi che il tentativo valga il rischio di essere preso per pazzo. Pazienza, sopportabile, soprattutto se a prenderlo per pazzo è una persona ingenua e sprovveduta come me. A lui basta probabilmente che una su 100 delle persone a cui si rivolge lo prenda sul serio, e il guadagno è raggiunto.
Quando vi promettono 5.000, 40.000, fino a 60.000 euro in 48 ore, anche per protestati disoccupati pensionati etc., di prestito immediato per risolvere qualunque eventuale emergenza economica che si stia presentando, quello che fate se accettate è questo - comprate 100 al prezzo di 105, prendete 5000 e lo pagate 5250, 5500, 6000... - il vostro "amico" ci guadagna 250, 500, 1000; e quegli stessi 250, 500, 1000 ce li rimettete voi.
Non c'è niente di così ripugnante per l'immaginario collettivo, visto che a finire nelle reti di strozzini, privati o istituzionalizzati, sono/siamo in grande numero; e che spesso tra lo strozzinaggio riconosciuto e quello ammantato di legalità l'unica differenza è un tasso legale approvato da istituzioni criminalizzate ammantate di legittimazione immeritata.
Non c'è niente di strano, se gli annunci che compaiono dovunque (sui cartelloni sui mezzi pubblici in radio in televisione - o, guarda un po', probabilmente su tutte le pagine con annunci in rete, probabilmente la stessa su cui state leggendo ora) promettono questo scambio!
Assurdo o normale? Non è così strano - tutt'e due insieme. L'assurdità è così intessuta nel reale da apparirci facilmente come ordinaria e automaticamente come normale.
Image: Graeme Weatherston / FreeDigitalPhotos.net
A maggior ragione, che sia normale o no non deve importarci un fico secco - ci piace o no? Ci sta bene o no? Non mi interessa che sia "normale": la normalità può fare molto più schifo della straordinarietà, dell'a-normalità, dell'assurdo. Alla fine, sta a me scegliere, difficile o quasi impossibile o facile che mi possa sembrare - questo è il peso, dalla proverbiale insostenibile leggerezza, della libertà.
Questa è un'invettiva, non è una critica, non è un'analisi, non è un appello - è uno sfogo dettato da una cronica esasperazione. Perdonate se pecca di approssimatezza, è uno sfogo e non presuppone accuratezza. Mi potreste dire, e sono già d'accordo, che comunque è così che l'economia gira, che quello che si compra in questo traffico di cui faccio finta di non comprendere le ragioni è una dilazione di tempo che in alcuni casi appare indispensabile, e in altri casi semplicemente vantaggiosa; che la circolazione del denaro così ottimizzata produce un profitto, per tutti, e che è logico pertanto che non mi pesi pagare il giusto interesse, con soddisfazione di ognuno.
Queste e milioni di altre le obiezioni possibili. Valide. Ma non bastano ad accettare la truffa quotidiana che nelle maglie di questa stessa rete intesse e avvelena il nostro vivere.

Per un commento più equilibrato su questi temi, leggi intanto qualcosa sul blog di Filippo Bergamino Indipendenza Finanziaria, e resta su queste pagine prossimamente!