mercoledì 28 luglio 2010

bloggin', contents, style... welcome to ICT: Information and Communication Technology




Image: Michal Marcol / FreeDigitalPhotos.net
Image: luigi diamanti / FreeDigitalPhotos.net
Testo dominante o multimedia? Note brevi, molto frequenti, o rari interventi di ampio respiro? Scott è passato a scrivere da due volte alla settimana ad una; la sua media è probabilmente superiore alle 1000 parole a post. Fabio scrive quando gli pare, e dunque a volte anche due giorni di seguito - comunque non meno di una volta alla settimana, ma con una media molto superiore. Filippo spesso abbina un video ai suoi post. 
E' una buona idea aggiungere sempre delle immagini, ma è meglio un buon contenuto di testo senza immagini che un contenuto povero con una bella copertina.
Ai primi approcci con il mezzo informatico in rete ho apprezzato quasi esclusivamente gli aspetti testuali: trovare pdf da scaricare, e-book, o comunque testi lunghi, mi dava un senso di ricchezza di contenuti, mentre trovare testi troppo brevi o che rinviavano eccessivamente a riferimenti esterni mi dava un'idea di un "catalogo" privo di utilità autonoma.

Questo principalmente perché il mio computer era concepito prevalentemente come una macchina per scrivere elettronica; la connessione internet, e dunque l'accesso ai contenuti in rete, spesso non avveniva nemmeno attraverso il mio pc: più spesso utilizzavo un supporto rimovibile per salvare dei contenuti reperiti tramite computer di biblioteche, aule studio o amici, e quindi li consultavo sul mio pc, fuori linea. Devo dire che ho costruito alcuni veri e propri ipertesti per creare una navigabilità fuori linea molto efficiente per alcuni contenuti!

Sono trascorsi da poco due anni da quando ho deciso di procurarmi un pc connettibile direttamente alla rete, e quasi un anno da quando anche la connessione è gestibile autonomamente da me - prima avevo una connessione wireless che mi permetteva di accedere alle reti pubbliche o a quelle che qualche benevolo utente magari vicino di casa lasciava accessibili liberamente. In pratica, potevo connettermi, ma a volte la connessione "scompariva" senza che fossi a conoscenza delle cause, o per quanto tempo non sarebbe stata disponibile - e poi mi sembrava sempre di rubare spazio a qualcuno, nonostante la benevolenza di chi lo consentiva.

Da settembre scorso in effetti ho una connessione mia, tramite dispositivo mobile. Il tempo per cui è utilizzabile in abbonamento è limitato, ma molto ampio (le ottime 300 ore al mese di H3G!) quindi con una decina di ore al giorno si ottiene che praticamente ho garantita la connessione per il 100% del tempo che trascorro in casa.
La velocità di connessione è molto buona, non importa se non sia la massima possibile, va bene. Anche il segnale è sempre buono, qualche volta può diminuire, ma nel complesso non mi pare di avere nessun problema in più rispetto a chi utilizza una connessione via cavo di medio livello.
Insomma, dopo più di due anni da che ho acquistato il mio primo pc veramente personale posso dire di avere i mezzi ottimali a cui avevo pensato inizialmente.
Il computer non è dei più potenti e "performing", ma è ottimamente funzionante. Devo dire che pur non capendone niente ho trovato che man mano che lo si utilizza alcune prestazioni migliorano anche a seconda dei percorsi che si adottano o di alcune routine che si instaurano.

E' poco mobile, ma questo non mi ha impedito di portarlo in viaggio alcune volte con buoni risultati.

Dunque ho il piacere di usufruire con soddisfazione del mio pc e dei dispositivi di connessione.

E prima dell'acquisto del pc? Dunque, vediamo... Avevo un computer "di casa" fisso piuttosto vecchiotto (siamo una simpatica famiglia che pensa molto ma agisce meno, possiamo renderci conto di avere interesse ad una apparecchiatura nuova e non decidere mai di acquistarla, pur dedicando moltissimo tempo ad elencare tutti i vantaggi per cui potremmo impiegarla). 
Il computer non aveva poi tante mancanze, ma la peggiore condizione era probabilmente il fatto che nell'era in cui più o meno tutti si "convertivano" al web, per il mio computer non era prevista la possibilità di una connessione altrimenti che tramite il cavo telefonico 56K, sulla linea domestica (costi esorbitanti; lentezza biblica, o per gli amanti di Tolkien potrei meglio dire "entica", da Ent; svantaggio della linea telefonica occupata, da liberare sempre a breve perché sarebbero potute arrivare telefonate).
Insomma, questo per veramente troppi anni... fino al 2008, almeno 10 anni, un piccolo esempio di digital divide... 

In tutto questo direi che ho avuto tantissime occasioni di riflettere su quali potenzialità il mezzo informatico-web avrebbe consentito, senza testarle direttamente, e considerando la differenza nelle condizioni "offline". Dopo circa due anni di riuscite mosse di superamento del DD, devo dire che forse in alcune di quelle cose avevo visto giusto, e in altre forse no; che le potenzialità del web e dell'informatica sono effettivamente interessanti soprattutto per il mondo della comunicazione, informazione, socialità più superficiale. 

Image: Francesco Marino / FreeDigitalPhotos.net
L'onda lunga continua: quello che ha cominciato a proporsi vent'anni fa continua, non ci sono stati significativi arresti o inversioni di rotta. Una certa sorta di sopravvento del telefono mobile rispetto al computer ha preso la strada molto interessante di una integrazione e non opposizione tra i due mezzi, per cui a volte riuscirebbe in effetti difficile dire se si sia fatta una cosa al telefono o al pc - ti ho mandato un messaggio su fb, ma era fb mobile o fisso? E tu lo hai letto dal pc o sullo smartphone? In realtà non si può più dire che sia su uno o sull'altro, perché i luoghi virtuali in cui si colloca questo contenuto virtuale sono accessibili da entrambi i mezzi, spezzando l'illusione che "quella cosa", quel contenuto, sia materialmente contenuto in un solo determinato dispositivo.

La "cosa", la Dinge di riferimento, assume nuovi aspetti ai nostri occhi. Spunti di riflessioni per chi lo desideri.
E noi impariamo nuovi modi di abitare spazi, tempo. Da che mondo è mondo, questo rimane "tutto nuovo-niente di nuovo": impariamo sempre nuovi spazi, nuovo tempo.