martedì 27 aprile 2010

Imparare ricchezza!


Si può imparare ad essere ricco?

Qualcuno promette, come il gatto e la volpe di Pinocchio, "ti farò diventare ricco". Ma quello di cui ti parlo è diverso: qualcuno dice "ti insegnerò a diventare ricco". Ed è molto più onesto.

Si possono imparare tantissime cose, da semplici o sofisticate tecniche di finanza, a quello che riguarda un atteggiamento personale; si può imparare che ricchezza non è solo moneta, ma, piuttosto, "valore": si può scoprire quale ricchezza si cerca o si ha nella propria vita, etc.

So che lo sai già.

Ma sai viverlo, metterlo in pratica, crederci? Oppure, sotto sotto, per te sono solo parole: una copertina rassicurante, per far finta che i soldi non contino - quando invece fanno eccome la differenza?

Imparare un atteggiamento di ricchezza, di abbondanza, un atteggiamento che migliori il valore della nostra esistenza, ma anche, più banalmente, il modo di gestire conto in banca, portafoglio, carte di credito etc., non è facile.

Pensaci, però: non è importante sapere che la ricchezza non è qualcosa di determinato dalla fortuna/dalla sfiga, e che nemmeno ha a che vedere con il calcolo, la meschinità, la disumanità dello "squalismo"?

Ci sono tanti argomenti di cui dovrei parlare,

1) moneta, denaro e attribuzioni di valore (che cosa è importante?)

2) determinazione di una soglia di povertà (onestamente, quanto ti serve davvero per vivere bene?)

3) mentalità di abbondanza e gratuità (sai dare e ricevere?) (leggi anche qui!)

sono solo alcuni.

Ma voglio cominciare dalla soglia di povertà, e da quello che chiamo il principio di Mr Micawber - ovvero guadagna 100 e non spendere più di 99.

Se non l'hai già fatto, ti chiedo di dare prima un'occhiata a questi due spunti:

http://www.investisutestesso.com/blog/ricchezza/hai-letto-luomo-piu-ricco-di-babilonia-portentoso/comment-page-1/#comment-952

http://www.scotthyoung.com/blog/2008/02/14/whats-your-poverty-threshold/

Fatto?

ScottHYoung, in What's your poverty threshold? -

http://www.scotthyoung.com/blog/2008/02/14/whats-your-poverty-threshold/

invita in modo molto pratico a fissare una soglia delle proprie entrate minime richieste. Possono essere 70.000 euro l'anno, oppure 10.000... o un milione di euro in un anno – non importa. Potresti chiamarlo semplicemente “X” - ma, questo è il punto: quanto vale per te “X”?

Non si tratta tanto di fare una stima di tutto quello che potresti desiderare (non si finirebbe, non c'è limite, seriamente). Si tratta, altrettamento seriamente, di sapere che il primissimo passo verso una sana economia è semplicissimo, ma cruciale:

se guadagni X devi spendere non più di X-1.

Se guadagni 100, spendi fino a 99 e non oltre.

Semplice? Da capire sì, da fare un po' meno.

Puoi partire da una somma che è già fissa – per esempio se disponi di uno stipendio mensile puoi sapere che, a meno di introdurre variazioni nell'assetto delle tue entrate, alla regola non si sfugge: se ci sono 1000 euro al mese, sei ricco finché ne spendi fino a 999 e non oltre.

Quindi, vuoi essere ricco? Fallo! Impara a rinunciare a spendere almeno quell'ultimo euro, come se fosse la cosa più importante, lo sforzo più grande da fare per la serenità delle tue finanze.

Non ti è mai capitato? Per un certo periodo hai vissuto con una certa somma; finiva sempre troppo presto, spendevi qualcosa come un 10% in più che ti faceva arrancare. Poi le tue entrate sono migliorate; sono aumentate non del 10, ma del 20%. Eppure, stranamente, continua a non bastare, anzi: adesso sfori del 15% anziché del 10.

Perché?

Al di là di una soglia minima veramente molto bassa (ci sono persone che vivono modestamente ma serenamente con molto meno di 1000 euro al mese), non esistono grandezze fisse. Non esiste un limite oltre il quale si è “ricchi” e basta, e si può spendere illimitatamente.

Quello che puoi fare, invece, è riconoscere che non vale solo pensare che “si starebbe meglio con qualcosa in più”, ma che, piuttosto, “si potrebbe stare bene anche con qualcosa in meno”.

Se hai la fortuna di guadagnare 1000 euro al mese, sappi che potresti vivere più o meno allo stesso modo anche con 800. Comincia a vivere come se la tua soglia si abbassasse a 800. Risparmiane 200, mettili da parte per un po' e fai come se non esistessero.

Pensi di non farcela? E che cosa succederebbe se il tuo stipendio diminuisse, o se subissi un licenziamento, o se un aumento dei prezzi o un'emergenza ti mettessero di fronte all'inevitabile? Se avessi un figlio, o un figlio in più? Non ce la faresti? Non escogiteresti qualcosa? Se intanto quei 200 euro che non spendi ci sono lo stesso, che cosa ti cambia provare?

Devi sbloccare quel maledetto circolo vizioso per cui non riesci a fermarti prima di aver speso un po' di più di quello di cui avresti potuto disporre!

Datti un momento di respiro: appena puoi, col ritmo a cui puoi, costruisci il tuo piccolo fondo di salvataggio.

Non ce la fai? Non sei ancora strozzato dai debiti: stai solo provando a migliorare la tua sicurezza economica. Prova ad introdurre piccolissime entrate aggiuntive. Fai un lavoretto saltuario per arrotondare. Vendi vecchi oggetti che non ti servono veramente. Accetta di fare qualche straordinario, a patto di mettere da parte il ricavato. Può darsi che tu sia in grado di dare lezioni private, come quando eri studente (non devi farlo tutti i giorni, basta uno alla settimana); può darsi che tu possa fare l'istruttore supplente di nuoto/tennis/sci/fitness... quegli sport che pratichi ancora e che hai praticato intensamente prima di iniziare a lavorare. Può darsi che un amico abbia un'attività e tu possa essergli d'aiuto (commesso/cameriere aggiuntivo il sabato, distributore di volantini, aiuto per consegne in automobile...). Imbianchino. Traslocatore. Gli amici apprezzano questo aiuto e se possono lo pagano volentieri un prezzo simbolico, che però può fare la differenza.

Non si tratta di ammazzarsi di fatica, ma di fare un lavoretto a tempo perso. Qualcosa che sai fare, che non dovrai fare tutti i giorni, e che ti frutterà un guadagno extra.

Prendila alla leggera! Ma fallo, sul serio.

Comincia così, e metti da parte solo una piccola parte a cui riesci a rinunciare. Non di più. Non di meno. Può essere un euro; possono essere 10, 100, 500. Io ne ho proposti 200 su 1000 perché sono il 20%. Penso che sia la soglia massima di accantonamento, di più è difficile da sostenere ed è troppo. Di meno va bene, io suggerisco di partire dal 10 o 12%.


Questo è solo l'inizio di una serie di proposte. Un punto da cui partire. Se hai voglia di farmi sapere come la pensi, nei commenti pubblici o con una e-mail personale, sarò felice di saperlo!

Se hai suggerimenti o richieste di cui possa tener conto nei prossimi interventi, ancora meglio.

Alla prossima, su NormanPress!




9 commenti:

  1. Ciao Paola. Conosci le parole e il loro peso. Mi piace l'introduzione che hai fatto sulla differenza tra fare ricco qualcuno e insegnare qualcosa per diventare ricco. Come dici tu onesto e fondamentale.
    La ricchezza poi, un tema senza tempo. Anche qui poni l'attenzione su un punto importante, possiamo guadagnare anche un milione di euro al mese ma se non sappiamo il peso di un solo euro, allora sperpereremo tutto andando sempre un passo oltre la solgia..
    ciao, Roby :-)

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  2. Ciao Roberto, grazie per il tuo intervento! In due parole, metti precisamente a fuoco i due punti da cui parto in tema "ricchezza": 1) c'è qualcosa che si può imparare; 2) una delle prime cose da imparare riguarda un limite-illimite indeterminato, che "ci chiama in causa" in prima persona.
    A presto!

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  3. per riflettere e scambiare confronti - dare un'occhiata a questa breve testimonianza, "mi sento ricco", in LaViaDellaSaggezza:
    http://www.laviadellasaggezza.net/blog/saggezza/mi-sento-ricco/
    Qual è il concetto di ricchezza di cui parla? Qual è il tuo concetto di ricchezza?

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  4. Cara Paola
    Le parole che scrivi sono piene di buon senso.
    Concordo con esse, ma spesso devo fare un "mea culpa" perchè spendo più di quello che guadagno.
    E' difficile per me limitare le mie spese, sono uno spendaccione.
    A volte ho l' impressione che ci sia qualcosa di inconscio che porta a comportarsi così; altre volte penso che non sono mai rimasto senza soldi in vita mia .
    Tu che ne pensi ?
    E' posibile che le persone siano in qualche modo programmate per essere povere o avere il denaro solo per soppravvivere ?

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  5. Ciao Fabio, di dò con gioia il benvenuto su queste pagine!
    Rispondo sommariamente "per punti" alla tua domanda, che mi piace molto, interessante e stimolante: "è possibile che le persone siano in qualche modo programmate per essere povere o avere il denaro solo per sopravvivere ?"
    - Penso che, se anche fosse così, tuttavia ciascuno di noi non saprebbe quale sia la sua "programmazione" (il suo destino, in un certo senso).
    - Sento, per fede, che a nessuno verrà fatto mancare ciò di cui ha bisogno.
    - Credo anche che la nostra libertà possa permetterci di compiere delle scelte che in molti casi hanno un "peso" sulla forma che assume la nostra vita.
    Passo alla tua testimonianza, che dice cose importanti: "mea culpa", "spendo più di quello che guadagno; "sono uno spendaccione"; e, però, "non sono mai rimasto senza soldi in vita mia"! Be', che dire? Benissimo! Forse tu conosci quell'atteggiamento autentico di generosità ed abbondanza per cui dài, a piene mani, col cuore e con fiducia: assecondi un equilibrio, una provvidenza, se si vuole, per cui nulla ti viene a mancare, o magari accade anche che la tua ricchezza ne tragga beneficio - e anche se io non so vivere con tale intensità questo atteggiamento, lo ammiro e penso che sia un esempio.
    La questione è così interessante che penso che ne farò un post in futuro, citandoti, ovviamente se non hai nulla in contrario.
    Concludo per ora dicendo che le considerazioni del post vogliono essere proprio come hai indicato tu: di "buon senso" e utili quando occorre un calcolo pratico - come pagare la rata del mutuo? l'ennesima bolletta? una spesa urgente? Perché la mia famiglia soffre a causa dei debiti? etc. Ma esiste anche... un esempio come quello francescano, per dirne uno! Se e come sia possibile contemperare lo stile di serena povertà (che non è miseria!) con le considerazioni dell'"economia" in senso ampio, è un altro tema ancora con cui varrà la pena di confrontarsi.
    Grazie di cuore, non vedo l'ora di continuare queste riflessioni!

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  6. Grazie Paola per la tua bella risposta.
    Approfitto per dare altri spunti di discusssione:
    "La ricchezza può essere una questione di livello di coscienza spirituale?"
    Oppure è il risultato di diversi fattori sia interiori che esteriori? In quest' ultimo caso quali potrebbero essere i fattori ?
    Ciao

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  7. ciao Paola, ho letto tutto d'un fiato il tuo post e sono assolutamente d'accordo con quanto dici: la ricchezza si può imparare. Alle volte penso "si DEVE imparare" perchè è una delle vie più efficaci di libertà personale. In un mio post parlo di ricchezza feconda che si contrappone alla ricchezza arida: seguendo la prima non solo saremo più liberi ma lo saremo offrendo benefici al prossimo, dando il meglio di noi stessi senza prevaricare

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  8. Grazie Filippo e benvenuto! A tutti i lettori, questo è il link per leggere "ricchezza feconda e ricchezza arida" - http://www.indipendenzafinanziaria.com/2010/03/ricchezza-feconda-e-ricchezza-arida.html -
    E mi piace molto anche questo,
    http://www.indipendenzafinanziaria.com/2010/04/perche-la-ricchezza-ha-una-fama-pessima.html
    e il successivo dell'8 aprile:
    http://www.indipendenzafinanziaria.com/2010/04/sandra-bullock.html

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  9. Grazie Paola per aver segnalato i link: mi impegnerò per produrre post di qualità sempre migliore...! ;-)))

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